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Rituale di fine anno

Rituale di fine anno

Una promessa
nel buio invernale:
il calicanto

La fine dell’anno è sempre un momento speciale in cui si è carichi di aspettative. Di desiderio di luce, di profumi e di novità. A me viene voglia di cambiare, così mi preparo una lista (mentale) di buoni propositi molto ambiziosi, ma forse anche un po’ lontani dal mio reale sentire, che poi immancabilmente perdo come la lista della spesa. Credo invece che i cambiamenti più durevoli sono quelli che avvengono spontaneamente, dal cuore. La testa non c’entra. È un po’ come il profumo del calicanto nel pieno dell’inverno. Cerchiamolo questo profumo, promessa di primavera. Al primo momento sembra fuori posto, in realtà è lì per essere colto come un segnale.

Oggi nel pomeriggio mi sono seduta un attimo per conto mio davanti alla finestra e ho riflettuto su ciò che di positivo mi ha dato il 2018. È stato un anno di sfide, ma forse ogni anno lo è. Ripercorrendo a ritroso le giornate, le settimane e i mesi, c’è stato un filo conduttore ed è stato quello della poesia, in particolare degli haiku: ne ho letti e scritti parecchi. Diversi li ho pubblicati sulla mia pagina Instgram, altri li ho tenuti per me, portandomeli accanto durante le giornate di lavoro più intense in libreria, specialmente quelle folli pre-natalizie. Quelle in cui la connessione con la mia parte creativa e sognatrice è divenuta sottile ed esile fino quasi a dimenticarmene. La poesia mi ha salvata più di una volta, mi ha tenuta a galla, mi ha avvicinata alla mia parte autentica, al mio inconscio. Durante l’anno ho anche scoperto un’altra parte di me, quella che sente il bisogno di rituali. E questo giorno mi sembrava un buon momento per prepararne uno. Ho costruito una barchetta con della luce, un po’ di natura e un foglio con scritto ciò che voglio accogliere nel 2019. Poi l’ho portata al lago e l’ho lasciata andare, fiduciosa. Lì ad aspettare c’erano due cigni: sembravano due angeli che si sono presi a carico i miei desideri, scortandoli fino alla loro realizzazione.

Una volta rientrata ho scritto su una cartolina il mio buon proposito, che al tempo stesso è un desiderio del cuore: avere fiducia, muovermi nella vita con meno paure e più presenza. Non è poco, mi rendo conto, ma è nelle mie mani. È una scelta, in fondo. Ogni volta che provo timore per qualcosa, posso connettermi alla fiducia e al presente. Ho appeso la cartolina al muro davanti alla mia scrivania, dove posso vederla spesso.

Ora torno al calicanto, alla promessa di primavera che sento nel suo profumo, alla primavera che può esistere anche nel buio nell’inverno, alla fiducia che può nascere dalle paure, e mi incammino serena nel nuovo anno.